navigare, messaggiare…illimitatamente

percorrendo senza sosta l’intero continente

 

4 febbraio 2013

ragazzi,

sono nel sud dell'argentina.

 

Già passato per Puerto Madryn (che sta vicino a Trelew, 1200 Km sotto Buenos Aires) da cui si va alla penisola Valdes (centinaia di pinguini, leoni marini, elefanti marini, centinaia di pinguini, armadilli e guanachi) e Punta Tombo (che sulle carte non la trovate ma sta un po' più sotto e dove si cammina in MEZZO AD UN MILIONE DI PINGUINI).

 

Ora sono a El Calafate ed oggi abbiamo visto il PERITO MORENO (un ghiacciaio splendido).

Appena ho novità vi faccio sapere.

 

PS - siamo già a 500 foto: mi sa che l'orario di inizio del prossimo torneo a casa nostra sarà alle 17,30 !!!!!

 

7 febbraio 2013

ragazzi,
ho cambiato stato (non nel senso che sono diventato liquido, ma che sono passato in Cile) ed ho pensato di comunicarvelo.

Gli ultimi giorni a El Calafate in Argentina sono stati dedicati agli iceberg del lago Argentino (che sono in quantità imbarazzante, frutto della continua rottura del fronte dei vari ghiacciai che ci sono) ed alla foresta pietrificata.

Ora sono a Puerto Natales e domani e' previsto un giro (di due giorni) nel parco delle torri del Piane.

Qui non dovrebbero esserci animali, ma mi dovrò limitare a gustarmi la natura.

Vi farò sapere come e' andata.

 

8 febbraio 2013

ragazzi,
prima di tutto una correzione: Puerto Madryn sta a 1400 Km sotto Buenos Aires.
Comunque oggi vi scrivo per dirvi che abbiamo cambiato stato: non nel senso che siamo diventati liquidi, ma che siamo passati in Cile.
Negli ultimi giorni ci siamo deliziati con una navigazione sul lago Argentino in mezzo agli iceberg ed una visita al bosco pietrificato.

Ora dopo 6 ore di pullman, siamo giunti a Puerto Natales, pronti per andare domani a fare 2-3 giorni di trekking sulle Torri del Paine.

Appena tornati abbiamo l'autobus per Ushuaia (15 ore !!!!), ma purtroppo non esistono alternative più veloci (l'aereo qui non c'e' e per trovarlo, a Punta Arenas, in Cile, o ad El Calafate, in Argentina, si deve perdere molto più tempo).

Un saluto carissimo (oggi non vi dico a quante foto sono arrivato; ve lo dirò dopo le Torri !!!)

 

 

12 febbraio 2013

ragazzi,

per andare da El Calafate a Ushuaia ci sono due alternative:
PRIMA ALTERNATIVA:
primo (ed unico) giorno:sveglia alle 8,00, partenza in aereo alle 11,00, arrivo ad Ushuaia alle 13,00: tutto molto comodo, lineare, tranquillo.

MA ...non si sarebbe potuto vedere il Gruppo del Paine e voi ricordate tutti come Renata abbia CALOROSAMENTE caldeggiato un servizio accurato dalle torri.
Non avendo le capacità di oppormi ai desiderata di Renata, abbiamo optato per

LA SECONDA ALTERNATIVA

che nel nostro caso ha comportato, in sequenza:
primo giorno: sveglia alle 6,45, partenza in autobus alle 8,00, arrivo alla frontiera cilena alle 11,00, un'ora di disbrigo pratiche doganali (nel nostro caso abbiamo corso il rischio di dover pagare una multa di 100dollari, in quanto non avevamo denunciato la presenza nel bagaglio di UNA MELA (!!!!), poi il doganiere si e' commosso e ci ha fatto riscrivere la denuncia), arrivo a Puerto Natales alle 14,00, ad attenderci c'era Veronica (una ragazza che avevamo contattato dall'Italia per farci organizzare il soggiorno) che ci porta in albergo, preparazione dei due zaini con tutte le cose necessarie a passare 2 giorni e 2 notti nel Parco (dove non c'e' nulla se non un rifugio), cena a base di filetto di salmone

secondo giorno: sveglia alle 6,45 (piove a catinelle!!!), partenza in autobus alle 7,30 per il parco, arrivo verso le 11,00 dopo di ché l'autobus ci porta in giro per il parco (facendo circa 180 Km di strade sterrate) a vedere posti veramente eccezionali (tra cui i Cuernos del Paine che sono stupendi), nel frattempo la pioggia e' terminata e c'è un bel sole ma soprattutto un forte vento (nell'ultimo posto che vediamo, il lago Grey con il suo ghiacciaio omonimo, il vento soffia a più di 130Km/h: se fai un saltello, LETTERALMENTE, atterri un po' più in la !!!), alle 17,00 navetta verso il rifugio ed alle 17,25 prendiamo possesso dei 2 letti (in una camera con tre letti a castello) e visioniamo i bagni (molto ampi e spaziosi, anche se in comune con altre 5 camere!!!), la sera tentiamo di fare due passi per vedere l'inizio del sentiero di domani, ma il vento e' micidiale.

terzo giorno: sveglia alle 7,30 (e ci accorgiamo che Renata ha un grandissimo ascendente su Giove Pluvio: non c'e' un alito di vento, non c'e' una nuvola in cielo, non potremmo desiderare un tempo migliore per questa giornata!!), colazione e partenza alle 8,45 per il sentiero che su una lunghezza di 10 Km andata+10 Km ritorno, con un dislivello totale di circa 1.800-2.000 metri, verso le 14,00 ci porta sotto le 3 torri del Paine: sono bellissime, per noi che conosciamo molto bene le tre cime di Lavaredo, forse sono meglio (mi duole dirlo!!). Le tre torri verticali che si protendono verso il cielo azzurrissimo, partendo da uno strato di roccia piena di ghiacciai da cui partono una serie di cascate (frutto dello scioglimento dei ghiacciai) che vanno ad alimentare un laghetto di un verde intenso, sono uno spettacolo che ti mozza il fiato: dimentichi completamente di aver passato l'ultima ora a smadonnare, mentre salivi sotto il sole cocente lo stacco finale veramente micidiale, e ti abbandoni alla meraviglia più pura. Ritorno al rifugio alle 18,00, doccia, cena e ...stramazziamo a letto.

quarto giorno: sveglia alle 7,45 (oggi il tempo non è granché,...complimenti Renata!!) girovaghiamo per il parco fino alle 14,30 quando prendiamo l'autobus per tornare a Puerto Natales, arrivo alle 17,00, passaggio al supermercato per comprare i panini per domani, doccia, cena a base di filetto e bistecca, nanna

quinto giorno: sveglia alle 6,45 (mi viene il sospetto che la prima alternativa sarebbe stata decisamente più comoda!!!), alle 7,30 partenza con destinazione finale Ushuaia: dopo 2 ore, il primo autobus ci porta ad un incrocio in mezzo alla brughiera, dove ci aspetta il secondo autobus che ci deve portare a Rio Grande, purtroppo questo secondo autobus ha un problema e ci fermiamo per 2 ore e mezza(!!!) nel mezzo del nulla più totale, con l'autista che provvede a sostituire la cinghia del motore che si e' rotta (in due ore e mezzo passeranno si e no 5-6 macchine!!!), attraversiamo lo stretto di Magellano con un banale traghetto e perdiamo circa un'ora e mezzo alla frontiera cilena-argentina. Arriviamo a Rio Grande alle 20,30: li ci aspetta un pulmino con cui coprire gli ultimi 250Km che alle 23,30 ci recapita a destinazione.

La domanda e': quale alternativa era meglio prendere?

 

16 febbraio 2013

ragazzi,
siamo a Salta (estremo nord dell'Argentina) e da domani ci aspettano 3 giorni di escursioni (calme!!) intorno a questa cittadina che sta al centro di una serie di formazioni naturali molto interessanti.
Alla fine di questi giorni vi saprò dire.
Subito dopo valicheremo il confine a La Quiaca (cittadina argentina) - Villazon (corrispondente boliviana) per raggiungere Tupiza, circa 200 Km più a nord e partire per il giro dei salares (tempo permettendo).

Oggi ce lo siamo preso di totale riposo anche per compensare il viaggio di ieri.

Ieri eravamo partiti con calma (ore 9,30) da Ushuaia per prendere il doppio volo che ci avrebbe portato dapprima a Buenos Aires e poi qui a Salta.
Chiaramente abbiamo avuto qualche contrattempo: il secondo volo e' stato soppresso per essere accorpato con quello successivo (tutto il mondo e' paese) e poi, soprattutto, una delle due valigie (quella arancione) e' arrivata totalmente squarciata !!!!
La responsabile della LAN Argentina comunque e' stata efficientissima: nel giro di 5 minuti, si e' presa la valigia rotta e ci ha dato una valigia nuova di zecca !!!

Appena abbiamo novità vi facciamo sapere.

 

 

 

 

23 febbraio 2013

ragazzi,

siamo nel sud della Bolivia e siamo appena tornati da un giro di 4 giorni che ci ha portato da Tupiza a Uyuni. Abbiamo fatto il "circuito sud-occidentale + salar di Uyuni".

 

Quando 4 giorni fa siamo arrivati a Tupiza, abbiamo contattato Alejandro (l'operatore turistico a cui ci eravamo appoggiati dall'Italia): ci ha confermato che era tutto compreso e ci ha ricordato che nelle tre località in cui ci saremmo fermati, la sistemazione alberghiera sarebbe stata ..."muy basica".

 

L'unico problema sono le condizioni atmosferiche, dal momento che la settimana scorsa ha nevicato (e quindi il giro non e' partito) ma in ogni caso anche le piogge dei giorni scorsi non sono il massimo.

 

Il giorno dopo il tempo sembra bello e partiamo in 4: noi due, Alan (l'autista-guida) e Roxana (la cuoca); al seguito ci portiamo i nostri bagagli, la cucina da campo e le vettovaglie per 4 giorni.

 

La Toyota 4x4 parte: ci aspettano 1.250 Km di strade totalmente NON asfaltate ed in molti punti dobbiamo guadare fiumi che quando piove si ingrossano (ecco il motivo della considerazione precedente sulla pioggia).

 

La prima tappa e' quella più lunga: quasi 400 Km sulle strade peggiori in assoluto con 3 fiumiciattoli che si dimostreranno poco "collaborativi" ma che riusciamo in ogni caso a guadare.

Lo spettacolo però è assolutamente unico: siamo nel pieno della "puna andina", un altopiano che si trova tra i 4.000 e i 5.000 metri, con formazioni rocciose e laghi che si sono formati 160milioni di anni fa e che sono esattamente ..come mamma-natura li ha fatti.

 

Mentre le formazioni rocciose sono emozionanti così come sono, i laghi, tutti di origine vulcanica e profondi non più di 50-60 cm, ospitano una fauna incredibile con papere di tutti i colori ma soprattutto flamincos (fenicotteri  rosa) in quantità impressionante: ...sono fatti vostri!!!

 

Nei pascoli abbondano lama, vigogne tanto è vero che restiamo colpiti ...quando vediamo una pecora!!!

 

Data l'origine vulcanica della zona, non poteva mancare un geiser a 5.010 metri e la possibilità (assolutamente sfruttata) di fare un bagno a 4.250 metri nelle acque termali a 38gradi ....meraviglioso.

 

Il salar dell'ultimo giorno e' una distesa che sembra infinita e che contiene ancora 10miliardi di tonnellate di sale (!). Le piogge dei giorni scorsi ci impediscono di raggiungere una isoletta al centro del salar (a 120 Km dal bordo del salar) e ci costringono a fermarci ad un "museo" che sta solo a 15 Km dal bordo; ci regalano in compenso l'allagamento di una parte del salar, con un incredibile effetto di riflesso del cielo che oggi e' assolutamente azzurro: spettacolare.

 

Per finire due parole sulle sistemazioni notturne. La prima cosa che ho capito e' che "muy basica" non e' il contrario di "muy acida" (come antiche reminiscenze scientifiche mi facevano sperare), ma e' il contrario di "muy confortevole". Le tre stanze in cui abbiamo dormito nelle tre notti si possono

descrivere velocemente: quattro pareti, un letto, stop; tutte avevano il bagno privato ma per la doccia era previsto (quando presente) un locale esterno.

 

Alan e Roxana sono stati splendidi e devo dire che hanno contribuito a rendere indimenticabile questa esperienza.

 

A presto ed un bacio a tutti

 

8 marzo 2013

carissimi,
il 27 febbraio lasciamo Sucre alle 19.30, prendendo un autobus che arriverà a LaPaz alle ore 7.00.

Contrariamente a quanto siamo abituati a pensare in Europa, la notte in bus in SudAmerica e' molto confortevole.
Qui non hanno treni (se non in quantità irrisoria) e quindi si sono organizzati molto bene con i bus-cama (bus-letto): c'e' un sedile che è più largo di quelli della prima classe aerea, ma soprattutto si "sbraca" fino ad essere quasi orizzontale con un appoggio per i piedi che si alza: praticamente un letto.

A metà viaggio, sotto una pioggia incessante, ad un bar sperduto tra le montagne, ci fermiamo per una sosta (!?!), che sfruttiamo per soddisfare ...esigenze primarie. Arriviamo al bagno: 80cm x 80cm, niente luce, notte fonda, buio pesto, entriamo in due (contorsionismi estremi) e mentre io faccio luce con la torcetta, Stefania ...opera!
Torniamo sotto l'acqua al bus e ci addormentiamo.

Alle 7.00, in perfetto orario, arriviamo a LaPaz. Piove (ma qui non doveva essere estate???), un taxi fino all'hotel: bellissimo, con stanze immense con due letti che dovrebbero essere singoli ma sono grandi ciascuno come un matrimoniale.

Doccia e, dato che e' finita l pioggia, usciamo, Con mio disappunto, ci accorgiamo di essere vicinissimi alla zona dello shopping: la faccio breve, abbiamo speso più di 500€ per comprare almeno 10 Kg di lana (sciarpe, golfini, guanti,...); temo che avremo problemi in aereo al ritorno.

Il giorno dopo, avendo in programma due giorni a Copacabana (quella sul lago Titicaca, non quella brasiliana), a colazione per precauzione, ci prendiamo una decina di foglie di coca a testa che ci succhieremo durante il viaggio in bus (3 ore).

Per chi non fosse pratico, a differenza della CocaCola (che si beve) e della cocaina (che si tira su), le foglie di coca, opportunamente pulite del picciolo ed ammucchiate, si mettono tra la guancia e i denti e si succhiano per circa un'ora (o almeno fino a quando perdono il loro sapore agro-dolce). A differenza della CocaCola (che gonfia la pancia e corrode i metalli) e della cocaina (che rovina il naso e corrode i cervelli), le foglie di coca hanno solo effetti positivi: aiutano la digestione, curano il mal di testa, favoriscono l'assorbimento di ossigeno e aumentano la resistenza alla fatica (motivi per cui sono ottime per combattere i problemi di altura: ricordo che LaPaz è a 3.650mslm e Capocabana a 3.900).

Tornando all'autobus, dopo due ore di viaggio, dobbiamo attraversare il lago nel punto più idoneo in quanto quello più stretto, quindi ....noi scendiamo dal bus e prendiamo un battello, il bus usa una chiatta (!!!).

Ci accorgiamo subito che Copacabana, come LaPaz, è faticossissima, non tanto per l'altezza, quanto perché costruita sulle montagne e le strade hanno pendenze da ...capogiro. Fare 100 metri vuol dire salire di almeno 30 metri (!!!): una fatica continua.

Comunque anche questa volta siamo sopravvissuti. Ed ora siamo giunti in Ecuador.

Il seguito alla prossima puntata

 

12 marzo 2013

carissimi,
l'attraversamento dell'Ecuador inizia da Cuenca (al sud), simpatica cittadina coloniale.

Per cittadine coloniali si intendono quelle città fondate dagli spagnoli e caratterizzate da una pianta "assolutamente" squadrata, con tutte le vie che si incrociano ad angolo retto e che distano tra di loro una lunghezza fissa, quasi sempre 100 metri, formando isolati che per la loro forma si chiamano "quadras".
In questo reticolato una "quadra" viene lasciata vuota e costituisce la piazza principale dove si affacciano la cattedrale ed il municipio.
Altra caratteristica e' che praticamente tutte le case sono costruzioni alte un piano e sono tutte di un bianco accecante, come le chiese, che sono molte ed abbondanti.

Da Cuenca andiamo ad Alausi', con un bus che ci lascia sulla statale (!) e ci dobbiamo fare 500 metri (per fortuna in discesa!) con due valige, che ormai sono arrivate a 20 Kg l'una, per giungere nella cittadina, dove troviamo posto in un bell'alberghetto (10 stanze intorno ad un patio). Nel pomeriggio facciamo quello per cui uno viene ad Alausi': prendere il treno che scende in maniera quasi verticale (e con 2-3 zig-zag) di 700 metri lungo il crinale di una montagna che si chiama "Nariz del Diablo (Narice del diavolo)": veramente molto bello!!

La tappa successiva, nella salita verso nord, e' Baños, (se non vedete una lettera e' perche' e' la "enne" con la tilde: comunque si legge "bagnos"). Qui ci sono piscine termali con acqua a 42 gradi ed in due giorni facciamo 3 bagni e soprattutto facciamo la gita obbligata da Baños: la discesa per le vie delle cascate. Questa e' una strada strepitosa abbarbicata sulle pendici di una quebrada (canyon) da cui scendono 5-6 cascate di cui l'ultima, molto impressionante si chiama Pailon del Diablo (Calderone del diavolo, come vedete qui hanno una fissazione col diavolo).

Da Baños raggiungiamo la tappa successiva, Latacunga, in taxi (ci siamo montati la testa!!!).
Lacatunga ci accoglie con una scenetta incredibile: andiamo nell'albergo che avevamo scelto, vediamo un paio di stanze e scegliamo quella migliore e poi chiediamo il prezzo per due notti.
Dalle due ragazze che stavano alla reception, riceviamo in successione le seguenti risposte (senza che noi facessimo nulla, tranne meravigliarci un po'!!):
1) 30$ (US dollars) a persona a notte più le tasse (12%) e senza colazione
2) no, 55$ a stanza a notte comprese le tasse con colazione
3) anzi no, senza colazione
4) mi sono sbagliata, 37,5$ con le tasse e con colazione
5) anzi, questo prezzo è senza colazione la prima notte e con la colazione la seconda notte (!!??!!)

A questo punto abbiamo salutato (volevo chiedere se dovevo pagare il biglietto per questa comica!!) ed abbiamo cercato un altro albergo, a dire il vero molto bello.

Ora saluto anche voi e vi rimando alla prossima mail

 

15 marzo 2013

"No hay problema. Tienes bastante tiempo"
La hostess cerca di tranquillizzarmi. Ma a dire il vero non riesce ad essere molto convincente.
Lo so, non c'e' nulla da fare e sperare che tutto vada per il meglio, senza essere troppo preoccupato.

Ad essere precisi, un po' preoccupato lo sono da quando ho comprato questo volo, anzi questi voli.
Si, perché per andare da LaPaz a Cuenca non ci sono molte alternative: bisogna girare l'America Latina come una pallina in un flipper; la soluzione scelta e' stata la seguente:

1) volo LaPaz-Bogotà
2) 7 ore di attesa
3) volo Bogotà-Quito
4) 1 ora e 50 minuti di attesa (110 minuti !!)
5) volo Quito-Cuenca.

Quei 110 minuti mi avevano preoccupato da subito; ma poi mi ero tranquillizzato da solo. Mi ero detto: la compagnia e' la stessa, faccio un check-in unico fino a Cuenca e quindi sono coperto.

Questa convinzione crolla all'improvviso quando a LaPaz mi dicono che non si puo' fare il check-in fino a Cuenca, ma solo fino a Quito, perché a Quito devo fare l'immigration check con tutti i miei bagagli.
Quindi a Quito devo prendere le valige, fare il controllo dei passaporti e dei bagagli e poi fare il check-in per Cuenca.
Mi lamento perché a Quito ho poco tempo, ma l'unico "contentino" che ottengo è quello di apporre un cartellino con la scritta "conexion corta" sulle due valige, per avere la garanzia che a Quito saranno scaricate per prime (!!??!!).

"
No te preocupes. Para un vuelo nacional, el check-in se puede hacer hasta 30 minutos antes de la salida"
Probabilmente si e' accorta anche lei di non essere stata troppo convincente nel rassicurarmi ed ora cerca di darmi altri motivi di tranquillità.
Intanto i 110 minuti sono diventati 100, perché abbiamo 10 minuti di ritardo.
Se e' vero quello che ha detto la hostess, in effetti sono ancora in tempo: 15 minuti per andare dall'aereo all'aeroporto, 15 minuti per l'immigration check, 15 minuti per aspettare le valige e 15 minuti per il controllo dei bagagli fanno 60: ne restano altri 40, se il check-in si può fare fino a 30 minuti prima del volo ho anche 10 minuti di margine.
La matematica, anzi l'aritmetica, mi conforta.

Atterriamo, e sotto l'aereo arriva subito l'autobus per portarci all'aeroporto.
Ma se ne va subito!!! aspettiamo 10, 20, 30 minuti e il comandante ci spiega che ci sono stati problemi con la compagnia degli autisti e solo ora hanno risolto, quindi tra un po' si scende.
Fa molto caldo, ma la mia priorità e'..rifare i calcoli: i 100 minuti sono diventati 70, sono sfumati i 10 minuti di margine e devo recuperarne altri 20: 10 per andare in aeroporto (ormai il problema e' risolto!!), 10 per l'immigration (potrebbero anche essere piu' efficienti di quanto potrei pensare), 10 per le valige (il cartellino a qualcosa servirà!!), 10 per il controllo bagagli (abbiamo una faccia onesta, ci faranno passare velocemente!!).

Arriviamo in aeroporto (5 minuti, abbiamo recuperato!) e la fila all'immigration e' in effetti abbastanza veloce: dopo altri 10 minuti siamo ad attendere i bagagli, anzi il secondo bagaglio, perché il primo e' già sul nastro e bisogna solo attendere che arrivi il secondo carico di bagagli dall'aereo.
Mi rilasso un po', mancano altri 55 minuti alla partenza del volo, ma soprattutto 25 al termine del check-in.

Mai rilassarsi!

Il nastro resta inesorabilmente fermo per 5, 10, 15 minuti.
Mi rivolgo all'inserviente per capire come fare e lui mi da' una mano facendo un pre-check-in, dovrò solo andare a consegnare il bagaglio. Va bene, basta che arriva 'sto bagaglio benedetto!!!
Dopo 20 minuti arriva la seconda valigia.
Dobbiamo fare il controllo bagagli, ma qui apprezzo molto la collaboratività del personale che ci fa passare in meno di un minuto.

Tutto sommato mancano altri 5 minuti e devo solo arrivare al desk per consegnare le valige e prendere le carte d'imbarco.

In un minuto saliamo alla zona check-in (meno 4) , ci sono un centinaio di desk e nessun cartello che indichi per il mio volo in quale desk si debba andare.
Nessun problema; chiedo ed un inserviente mi dice "qui va bene".

Dopo un minuto però mi chiede:
"qual'è la compagnia del volo"
"AeroGal"
"Allora non è qui, qui è solo LAN"

Caspita, siamo a meno 3 e non so ancora dove andare.
Su alcuni desk vedo la scritta AeroGal; vado diretto e mi confermano che e' quello giusto.

Dopo un minuto però mi sento chiedere:
"E' un volo nazionale?"
"Si"
"Allora non e' qui, qui e' solo per i voli internazionali, deve andare laggiù!!"

Siamo a meno 2 e decido di correre senza valige fino al punto indicato per verificare.
La signorina mi dice che e' il posto giusto ma che sta chiudendo il volo.

Se porto le valige entro un minuto ok, altrimenti non può fare nulla.
Corro indietro, prendo 40 Kg di valige e mi precipito al desk, consegno le valige e prendo le carte d'imbarco.

Sono un po' stressato, ma vedere le valige andare verso l'aereo che tra un po' prenderò, mi da' un senso di tranquillità. Finalmente!!!

Ciao, spero di non aver stressato anche voi.

 

23 marzo 2013

carissimi,
vi scrivo dopo una decina di giorni di silenzio, perche' in questo periodo siamo stati "lontano dal mondo pseudo-civile".

Otto giorni su un piccolo naviglio in crociera alle Galapagos senza collegamenti col mondo esterno.

Le Galapagos sono piccole isolette in mezzo all'oceano Pacifico, a piu' di 1.000 km dalla terraferma, quindi la veemenza del "mare aperto" si fa sentire....

Le onde sono luuuunghe, luuunghe e gli spostamenti tra le varie isole (che vengono effettuati in notturna) sono ...movimentati.

A parte questo inconveniente, cui ci si abitua in un paio di giorni, lo spettacolo e' incredibile e indescrivibile.

Gli animali, molti dei quali esistono solo qui, non hanno paura e quindi tu cammini anche a 20-30 centimetri da loro senza che si spostino, restando immobili per ...essere fotografati.

Prima che voi li possiate ammirare in foto, ve ne presento alcuni:

LEONE MARINO: il piu' diffuso, nel senso che lo trovi dappertutto sia sulla terraferma che in mare (dove si mette a nuotare con te, rincorrendoti nell'acqua) e' il leone marino, una specie di otaria che passa molto tempo sdraiato al sole sulle spiagge, dove quindi, se vuoi fare una passeggiata, devi scansarli in continuazione.

SULA DAI PIEDI AZZURRI: il piu' caratteristico delle isole, che in questo periodo provvede al corteggiamento con un rituale buffissimo: la coppia si "affianca" e dopo una serie di sguardi e versi reciproci, i due iniziano una danza lenta e sincronizzata che procede per un po', incurante del fatto che tu sia li' davanti a loro.
ci sono anche le sule dai piedi rossi e quelle dai piedi neri.

IGUANE VARIE: di terra, di mare, miste. Letteralmente devi stare attento a non pestarle, perche' restano a lungo immobili e, mimetizzandosi con il terreno, se sei distratto, non le vedi

FREGATE: in questo periodo (dell'accoppiamento) il maschio si mette su un ramo e gonfia il petto rossissimo per attirare la femmina. Quindi il paesaggio e' caratterizzato da tutte queste macchie rosse di "maschi in attesa di essere scelti". Quando una femmina vola in aria, per mostrarsi ulteriormente, agitano le grandi ali nere: un vero spettacolo.

C'e' poi tutta la fauna marina: che va dalle MANTE, agli SQUALI, ai PESCE-MARTELLO ed ad una quantita' impressionante di pesci stra-colorati.
Il bello e' che tra questi pesci si nuota tranquillamente (anche tra gli squali!!!) ed anzi spesso sono loro che si avvicinano a te!!

Sulla nostra stessa barca c'erano altre 9 persone (tutte tra i 19 ed i 33 anni !!!!). Uno di questi era specializzato, durante le uscite di snorkelling (con le pinne e la maschera) nell'andare sott'acqua e "stuzzicare" gli squali che stavano belli stesi sul fondo a riposare.
Questi si spostavano ed in effetti era piu' suggestivo vederli in movimenti che non sdraiati.....

Ora basta perche' altrimenti vi tolgo la sorpresa.

Dopodomani partiamo e questa lunga parentesi finira', un po' di tristezza e' inevitabile anche se oramai, come sempre verso la fine di un viaggio, siamo mentalmente proiettati al "dopo-viaggio" e quindi al ritorno a casa.

A presto ed un bacione a tutti.

massimo y stefania